Che quella grotta, insáccavi da pratico.
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A tal gragnuola, a venti così fieri,
Ch'ogni cosa mandavano in rovina,
Tal freddo fu, che tutti quei quartieri(260)
Se n'andavano in diaccio e in gelatina:
Ed ei, ch'era vestito di leggieriNè ma' meglio facea la furfantina(261),
Non più cercava capriuolo o damma,
Ma da far, s'ei poteva, un po' di fiamma.
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Trovò fucile(262) ed esca e legni vari,
Onde un buon fuoco in un cantone accese:
E in su due sassi, posti per alari(263),
Sopra un altro sedendo, i piè distese.
Così con tutti i comodi a cul pari,
Dopo una lieta(264), il crògiolo si prese(265):
Essendosi a far quivi accomodato,
Metre pioveva, come quei da Prato(266).
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L'Orco frattanto con mille atti e scorciAffacciatosi all'uscio, ch'era aperto,
Pregò Florian con quel grugnin da porci,
Tutto quanto di fango ricoperto,
Che, perch'ella veniva giù co' gli orci,
Ricever lo volesse un po' al coperto;
Ritrovandosi fuora scalzo e ignudoA sì gran pioggia e a tempo così crudo.
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Ebbe il giovane allora un gran contentoD'aver di nuovo quel bestion veduto:
E facendogli addosso assegnamento,
Quasi in un pugno già l'avesse avuto,
Rispose: volentieri: entrate drento;
Venite, che voi siate il ben venuto;
Chè, dopo(267) il fuggir voi l'umido e il gielo,
Fate a me, ch'ero sol, servizio a cielo(268).
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Sì, eh? soggiunse l'Orco; fate motto!(269)
Voler ch'io entri dove son due cani?
Credi tu pur, ch'io sia così merlotto?
Se non gli cansi, ci verrò domani.
S'altro, dice il garzon, non ci è di rotto(270),
Due picche te gli vo' legar lontani.
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Prato Orco Florian Orco
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