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      E preso allora il suo guinzaglio in mano,
      Legò in un canto Tebero e Giordano.
     
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      Poi disse: or via venite alla sicura.
      Rispose l'Orco: io non verrò nè anco:
      Guarda la gamba!(271) perch'io ho pauraDi quella striscia ch'io ti veggo al fianco.
      Allor Florian cavossi la cintura,
      Ed impiattò la spada sotto un banco.
      Disse l'Orco, vedutala riporre:
      Io ti ringrazierei, ma non occorre.
     
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      E lasciata la forma di quel verro,
      Presa l'antica e mostruosa faccia,
      Con due catene saltò là di ferro,
      E lo legò pel collo e per le braccia,
      Dicendo: cacciatore, tu hai pres'erro:
      Perchè, credendo di far preda in caccia,
      Alfin non hai fatt'altro che una vescia,
      Mentre il tutto è seguito alla rovescia.
     
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      Rimasto ci sei tu, come tu vedi,
      Senza bisogno aver di testimoni:
      E perchè con levrieri e cani e spiediFar me volevi in pezzi ed in bocconi;
      Così, perch'ella vadia pe' suoi piedi,
      Farassi a te, nè leva più, nè poni(272);
      Acciocchè procurando l'altrui danno,
      Per te ritrovi il male ed il malanno.
     
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      Ed io, ch'ebbi mai sempre un tale scopoD'accarezzar ognun, benchè nimico,
      Come la gatta quando ha preso il topo,
      Che, sebbene è tra lor quell'odio antico,
      Scherza con esso alquanto, e poco dopoTe lo sgranocchia come un beccafico;
      Così, perchè più a filo tu mi metta(273),
      Voglio far io, e poi darti la stretta.
     
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      Così spogliollo tutto ignudo nato:
      E veduto ch'egli era una segrenna(274),
      Idest asciutto e ben condizionato(275),
      Snello, lesto e leggier come una penna;
      Lo racchiuse, e lo tenne soggiornato(276)
      Perch'ei facesse un po' miglior cotenna;
      Perocchè a guisa poi di mettiloro(277)


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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