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      Noi vi facevam morto: o giudicateSe la carota ci era stata fitta!
      Pur noi ci rallegriam, che voi tornateA consolar la vostra gente afflitta.
      Domandar non occorre come state,
      Perchè vo' avete buona soprascritta:
      E siete grasso e tondo come un porco,
      Per le carezze fattevi dall'Orco.
     
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      M'immagino così; perch'io non v'ero:
      Tu sai com'ella andò, che fosti in caso:
      So ben che mi dirai che non fu vero;
      Ma la bugia ti corre su pel naso.
      Or basta: tu ritorni sano e intero,
      (Chè a pezzi tu dovevi esser rimaso)
      Per la Dio grazia, e sua particolare,
      Perchè te l'ha voluta risparmiare.
     
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      Dunque, s'ei fa così, gli è necessarioCh'ei non sia là quel furbo che un lo tiene;
      Anzi tutto il rovescio ed il contrario,
      Mentre egli tratta i forestier sì bene.
      Ed io, che già l'avea sul calendario(280),
      Gli voglio, in quanto a me, tutto il mio bene,
      Perch'ei non t'ingoiò; sebben da un latoTi stava bene, avendolo cercato.
     
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      Così nel mezzo a tutta la pancaccia(281),
      Ch'è quivi corsa e forma un giro tondo,
      La sua caponeria gli butta in faccia,
      E quel ch'ei ne cavò po' poi in quel fondo:
      Giacchè, diceva, coll'andare a cacciaA dispetto di tutto quanto il mondo,
      Cavasti, senza fare alcun guadagno(282),
      Due occhi a te, per trarne uno al compagno.
     
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      Mio padre te lo disse fuor de' denti,
      Ed io pur te lo dissi a buona cera(283),
      Non una volta, ma diciotto o venti,
      Che l'Orco ti faria qualche billera(284);
      Ma tu volesti fare agli scredenti(285),
      Perchè te ne struggei come la cera:
      E quasi un rischio tal fosse una lappola(286),
      Volesti andarvi, e desti nella trappola.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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