80
Amadigi dipoi fece pulito(294);
Perchè, trovato avendo il suo fratelloCon una barba lunga da romito
E più lordo e più unto d'un panello(295),
Lavatolo e rimessogli il vestito,
Ch'era ancor quivi tutto in un fardello,
Lo ricondusse a Campi, ove la moglie,
Di lui già pregna, appunto avea le doglie.
81
Corse la levatrice, ed in effettoFra mille oimè, se' soldi(296), e doglien'ora,
Partorìgli una bella piscialletto,
Che fusti tu, poi detta Celidora:
E maritata al re, come s'è detto,
Di Malmantil, del qual tu sei signora:
Ne sei, e ne sarai, io lo raffibbio(297);
Sebben non puoi per or dir come il nibbio(298).
82
Ma presto come lui, potrai dir mio.
Or senti pur: basito Perïone,
Anco Amadigi subito tuo zioVenne a tôr donna, e n'ebbe un bel garzone,
Che Baldo fu chiamato: e quel son io,
Che poi cresciuto detto son Baldone.
Or eccoti dal primo al terzo gradoNarrato tutto il nostro parentado.
TERZO CANTARE
Argomento
Vengon d'Arno a seconda i legni Sardi:
Sbarcan le genti, e vanno a Malmantile;
Ma per vari accidenti i più gagliardiNon fan quel tanto, che di guerra è stile.
Arma i suoi Bertinella, alza stendardi,
E mostra in debol corpo alma virile,
Nascon grandi scompigli in quella piazza,
E ognun si fugge in veder Martinazza.
1
Un che sia avvezzo a starsene a sedereSenza far nulla colle mani in mano,
E lautamente può mangiare e bereE in festa e 'n giuoco viver lieto e sano;
Se gli son rotte l'uova nel paniere,
Considerate se gli pare strano:
Ed io lo credo, chè a un affronto taleAl certo ognun la 'ntenderebbe male.
2
E pur chi vive, sta sempre soggetto
| |
Campi Celidora Malmantil Perïone Amadigi Baldo Baldone Arno Sardi Malmantile Bertinella Martinazza
|