A ber qualche sciroppo che dispiace;
Perchè al mondo non v'è nulla di netto,
E non si può mangiar boccone in pace.
Or ne vedremo in Malmantil l'effetto;
Che immerso ne' piacer vivendo a brace(299),
Non pensa che patir ne dee la pena,
E che fra poco s'ha a mutare scena.
3
Era in quei tempi là quando i Geloni(300)
Tornano a chiuder l'osterie de' cani(301),
E talun che si spaccia i milïoni,
Manda al presto(302) il tabì(303) pe' panni lani;
Ed era appunto l'ora che i crocchioni(304)
Si calano all'assedio de' caldani(305),
Ed escon colle canne e co' randelliI ragazzi a pigliare i pipistrelli.
4
Quando in terra l'armata colla scortaDel gran Baldone a Malmantil s'invia;
Onde un famiglio, nel serrar la porta,
Sentì romoreggiar tanta genìa.
Un vecchio era quest'uom di vista corta,
Che l'erre ognor perdeva all'osteria;
Talchè tra il bere e l'esser ben d'età,
Non ci vedeva più da terza in là.
5
Per questo mette mano alla scarsella,
Ov'ha più ciarpe assai d'un rigattiere;
Perchè vi tiene infin la faverella(306)
Che la mattina mette sul brachiere.
Come suol far chi giuoca a cruscherella(307),
Due ore andò alla cerca intere intere:
E poi ne trasse in mezzo a due fagottiUn par d'occhiali affumicati e rotti.
6
I quali sopra il naso a petronciano(308)
Colla sua flemma pose a cavalcioni;
Talchè meglio scoperse di lontanoEsser di gente armata più squadroni.
Spaürito di ciò, cala pian piano,
Per non dar nella scala i pedignoni:
E giunto a basso, lagrima e singozza,
Gridando quanto mai n'ha nella strozza.
7
Dicendo forte, perchè ognun l'intenda:
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Malmantil Geloni Baldone Malmantil
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