Che il venga a medicar, corri veloce;
Io dico lui, perchè ce n'è una mano,
Che infilza le ricette a occhio e croce(315),
O fa sopr'all'infermo una bottega(316),
E poi il più delle volte lo ripiega(317).
13
Gloria cerca Lion più che moneta;
Perocch'ei bada al giuoco(318) e fa progresso:
Per l'acqua in Pindo va come poeta;
Onde a' malati dà le pappe a lesso.
Gli è quel che attende a predicar dïeta,
E farebbe a mangiar coll'interesso(319);
Ma perchè già tu n'hai più d'uno indizio,
Va' via, perchè l'indugio piglia vizio.
14
Noferi vanne, e sente dir ch'egli eraCon un compagno entrato in un fattoio(320),
Ov'egli ha per lanterna, essendo sera,
L'orinal fitto sopra a un schizzatoio(321),
E di fogli distesa una gran fiera,
Ha bello e ritto quivi il suo scrittoio;
Sicchè presto lo trova, e in sull'entrataDell'unto studio gli fa l'ambasciata.
15
Ei, che alla cura esser chiamato intende,
Risponde, avere allora altro che fare;
Perchè una sua commedia ivi distende,
Intitolata Il Console di Mare(322):
E che se l'opra sua colà s'attende,
Un buon suggetto è quivi suo scolare,
Di già sperimentato; ed in sua feceAvría mandato lui: e così fece.
16
Era quest'uomo un certo medicastro,
Che al dottorato(323) suo fe piover fieno:
E perch'ei vi patì spesa e disastro,
È stato sempre grosso con Galeno.
E giunto là: vo' far, disse, un impiastro;
Onde, se il mal venisse da veleno,
Presto vedremo: intanto egli si spogli,
E siami dato calamaio e fogli.
17
Mentre è spogliato, per la pestilenzaCh'egli esala, si vede ognun fuggire:
Pervenne una zaffata(324) a Sua Eccellenza,
| |
Lion Pindo Il Console Mare Galeno Sua Eccellenza
|