Ma quanto fece mai, n'andava a gruccia(336):
Ebbe una chiesa, e quivi a bisca apertaSi giuocò fino i soldi dell'offerta(337).
28
Franconio si domanda Ingannavini:
E fu pregato, come il più valente,
Perch'egli sapea leggere i Latini,
A far quattro parole a quella gente.
Egli(338), che aveva in casa il Coltellini
Già fatta una lezione e salla a mente,
Subito accetta, e siede in alto solio,
Senza mettervi su nè sal nè olio(339).
29
Sale in bigoncia con due torce a vento,
Acciò lo vegga ognun pro tribunali:
Ove, mostrar volendo il suo talento,
Fece un discorso e disse cose tali,
Che ben si scorse in lui quel fondamento,
Che diede alla sua casa Giorgio Scali(340):
E piacque sì, che tutti di concordiaSi messero a gridar misericordia.
30
Il tèma fu di questa sua lezione,
Quand'Enea, già fuor del suo pollaio,
Faceva andare in fregola Didone,
Come una gatta bigia di gennaio:
E che se i Greci, ascosi in quel ronzone,
In Troia fuoco diedero al pagliaio,
E in man(341) d'Enea posero il lembuccio,
Ond'ei(342) fuggì col padre a cavalluccio;
31
Così, dicea, la vostra e mia reginaQui viva e sana, e della buona voglia,
Cacciata fu dall'empia concubinaTre dita anch'ella fuor di quella soglia;
Però, se un tanto ardire e tal rapinaParvi che adesso gastigar si voglia,
V'avete il modo, senza ch'io lo dica.
Io ho finito: il ciel vi benedica.
32
Poichè da esso inanimite furoLe schiere, si portarono a' lor posti:
E già sdraiato ognun, lasso, e maturoIn grembo al sonno gli occhi aveva posti;
Quando a un tratto le trombe ed il tamburoRoppe i riposi e i sonni appena imposti;
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