Ma svanì presto così gran fracasso,
Chè 'l fiato al trombettier scappò da basso.
33
E questo(343) cagionò, che incolloritoIl Generale di cotanta fretta,
Con occhi torvi minacciò col dito,
Mostrando voler farne aspra vendetta.
Seguì, che un ufizial suo favorito,
Che più d'ogn'altro meno se lo aspetta,
Toccò la corda(344) con i suoi intermediDe' tamburini e trombettieri a' piedi(345).
34
Alla corda così vuol che s'attacchi,
Perchè d'arbitrio e senza consigliarsiFacea venir all'armi, allorchè stracchi
Bisogno avevan più di riposarsi:
Ed eran mezzi morti, e come bracchiGivano ansando inordinati e sparsi:
E con un fior di lingue e orrenda vistaSoffiavan, ch'i'ho stoppato un alchimista(346).
35
Amostante non solo era sdegnatoChe di suo capo e propria cortesia(347),
Senza lasciar che l'uom riabbia il fiato,
Ei volesse attaccar la batteria;
Ma perchè seco aveva concertato,
Ch'egli stesso, che sa d'astrologia,
Vuol, prima che 'l nimico si tambussi,
Veder che in Cielo sien benigni influssi.
36
Omai la fama, che riporta a voloD'ogni intorno le nuove e le gazzette,
Sparge per Malmantil, che armato stuoloVien per tagliare a tutti le calzette(348).
Già molti impauriti e in preda al duolo,
Non più co' nastri legan le scarpette,
Ma con buone e saldissime minuge,
Perchè stien forti ad un rumores fuge.
37
In tal confusïone, in quel vilume(349),
All'udir quei lamenti e quegli affanni,
A molti ch'eran già dentro alle piume,
Lo sbucar fuori parve allor mill'anni:
Chi per vestirsi riaccende il lume,
Perocch'al buio non ritrova i panni;
| |
Generale Cielo Malmantil
|