Maestro de' bianti(409) e de' monelli,
E' veste la corazza(410) da bastone;
Perch'egli, quanto ogni altro suo allievo,
È tutto il dì figura di rilievo(411).
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Comparisce frattanto un carro in piazzaDa Farfarel tirato e Barbariccia(412),
Ubbidïenti al cenno della mazza,
Soda, nocchiuta, ruvida e massiccia,
Con che la formidabil Martinazza
A lor, ch'è ch'è(413), le costole stropiccia.
E quei demòni in forma di camozza(414)
Van tirando a battuta(415) la carrozza.
69
Costei è quella strega maliarda,
Che manda i cavallucci a Tentennino(416),
Ed egli un punto a comparir non tarda,
Quand'ella fa lo staccio(417) o il pentolino;
Come quand'ella s'unge e s'inzavarda(418)
Tutta ignuda nel canto del cammino,
Per andar sul barbuto(419) sotto il mentoColla granata accesa a Benevento.
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Ove la notte al Noce eran concorseTutte le streghe anch'esse sul caprone,
I diavoli e col bau le bilïorse(420),
A ballare e cantare e far tempone;
Ma quando presso al dì l'ora trascorse,
Fa di mestieri battere il taccone:
Come a costei, che or viensene di punta(421),
E in su quel carro nel castello è giunta.
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E la cagion si è, ch'ella ne vadaAdesso a casa tutta in caccia e in furia,
L'aver veduto dentro alla guastada(422)
Un segno, che le ha data cattiv'uria(423);
Perchè vi scorse una sanguigna spada,
Che alla sua patria minacciava ingiuria;
Perciò, se nulla fosse di quel regno(424),
Ne viene anch'essa a dare il suo disegno(425).
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Fuggì tutta la gente spaventataAll'apparir dell'orrido spettacolo;
La piazza fu in un attimo spazzata,
Pur un non vi rimase per miracolo.
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