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      Perchè il viaggio non gli venga a noia.
      È bravo sì, ma poi buon pastricciano(482);
      E' farebbe servizio infino al boia:
      Venga chi vuol, a tutti dà orecchio,
      Sebben e' fosse il Bratti Ferravecchio(483).
     
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      Poichè bella è colei che si disperaSempre piangendo senz'alcun ritegno,
      E vanne, come io dissi, in cioppa(484) neraPer dimostrar di sua mestizia il segno,
      Perciò con viso arcigno e brutta ceraPar un Ebreo ch'abbia perduto il pegno;
      E di quanto l'affligge e la travaglia,
      Calagrillo il campion quivi ragguaglia.
     
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      Signore, incominciò, devi sapere,
      Ch'io ebbi un bel marito; ma perch'ioDissi chi egli era contro al suo volere,
      Già per sett'anni n'ho pagato il fio;
      Perch'egli allor, per farmela vedere,
      Stizzato meco se n'andò con Dio
      In luogo, che a volerlo ritrovareLa carta vi volea da navicare.
     
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      E quando poi io l'ho bell'e trovato,
      Martinazza, ch'è sempre lo scompiglia,
      Fa sì, che pur di nuovo m'è scappato,
      Ed in mia vece all'amor suo s'appiglia.
      Tal ch'io rimango cacciator sgraziato:
      Scuopro la lepre, e un altro poi la piglia.
      Ti dico questo, perchè avrei volutoChe tu mi dessi a raccattarlo aiuto.
     
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      Ei le promette e giura che 'l maritoLe renderà; però non si sgomenti:
      E se non basterà quel c'ha smarrito,
      Quattro e sei, bisognando, e dieci e venti.
      Ed ella lo ringrazia, e del seguitoDi tante sue fatiche e patimenti
      (Fatta più lieta per le sue promesse)
      Così da capo a raccontar si messe:
     
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      Cupido è la mia cara compagnia,
      Ricco garzon, sebben la carne ha ignuda;
      Anzi non è: t'ho detto una bugia;
      Perch'ei non mi vuol più cotta nè cruda.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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