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      Più là ritrovo un grand'uccel grifone,
      E topi assai che giran come pazzi,
      Perch'egli, entrato in lor conversazione,
      Gli becca, graffia e ne fa mille strazzi.
      Di lor mi venne gran compassïone,
      E vo per ovviar ch'ei non gli ammazzi;
      Ma quei mi sente al moto, e in piè si rizza,
      E per cavarsi vien con me la stizza.
     
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      Questo animale ha il busto di cavallo,
      Di bue la coda, e in sulle spalle ha l'ale;
      Il capo e il collo giusto come il gallo,
      E i piè di nibbio vero e naturale;
      Gli artigli di fortissimo metallo,
      Grandi, grossi e adunchi in modo tale,
      Che non vedesti, quando leggi o scrivi,
      Mai de' tuo' dì i più bei interrogativi.
     
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      Son appuntati poi, che a far più acutoUn ago altrui darebbe delle brighe;
      Talchè, se al viso fossemi venuto,
      Con essi mi lasciava assai più righeD'un libro di maestro di liuto
      E d'una stamperia di falsarighe,
      Con farmi a liste come le gratelle,
      Da cuocervi le triglie e le sardelle.
     
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      Or per tornare: in quel ch'io ho timoreChe 'l mio grifo sia scherzo del grifone,
      La castagna, ch'i'ho in tasca, caccio fuore,
      La rompo, e n'esce subito un lione,
      Che mi scemò non poco il batticuore;
      Perch'egli in mia difesa a lui s'oppone,
      E mostrògli or coll'ugna ed or co' denti,
      In che mo' si gastigan gl'insolenti.
     
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      L'uccello anch'egli, che non ha paura,
      Gli rende molto ben tre pan per coppia;
      Ma quel, che aver del suo nulla si cura,
      Il contraccambio subito raddoppia;
      E ben ch'ei voglia star seco alla dura,
      L'afferra e stringe tanto, ch'egli scoppia;
      Di poi garbatamente gli risecaGli stinchi su' nodelli e me gli reca.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283