61
Più là ritrovo un grand'uccel grifone,
E topi assai che giran come pazzi,
Perch'egli, entrato in lor conversazione,
Gli becca, graffia e ne fa mille strazzi.
Di lor mi venne gran compassïone,
E vo per ovviar ch'ei non gli ammazzi;
Ma quei mi sente al moto, e in piè si rizza,
E per cavarsi vien con me la stizza.
62
Questo animale ha il busto di cavallo,
Di bue la coda, e in sulle spalle ha l'ale;
Il capo e il collo giusto come il gallo,
E i piè di nibbio vero e naturale;
Gli artigli di fortissimo metallo,
Grandi, grossi e adunchi in modo tale,
Che non vedesti, quando leggi o scrivi,
Mai de' tuo' dì i più bei interrogativi.
63
Son appuntati poi, che a far più acutoUn ago altrui darebbe delle brighe;
Talchè, se al viso fossemi venuto,
Con essi mi lasciava assai più righeD'un libro di maestro di liuto
E d'una stamperia di falsarighe,
Con farmi a liste come le gratelle,
Da cuocervi le triglie e le sardelle.
64
Or per tornare: in quel ch'io ho timoreChe 'l mio grifo sia scherzo del grifone,
La castagna, ch'i'ho in tasca, caccio fuore,
La rompo, e n'esce subito un lione,
Che mi scemò non poco il batticuore;
Perch'egli in mia difesa a lui s'oppone,
E mostrògli or coll'ugna ed or co' denti,
In che mo' si gastigan gl'insolenti.
65
L'uccello anch'egli, che non ha paura,
Gli rende molto ben tre pan per coppia;
Ma quel, che aver del suo nulla si cura,
Il contraccambio subito raddoppia;
E ben ch'ei voglia star seco alla dura,
L'afferra e stringe tanto, ch'egli scoppia;
Di poi garbatamente gli risecaGli stinchi su' nodelli e me gli reca.
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