E già per questo ho fatte far di ceraDue palle, una ch'è bianca, e l'altra nera.
19
Quand'un tien questa nera in una branca,
Di subito d'un uom prende figura;
E s'ei vi chiude quell'altra ch'è bianca,
In femmina si muta e trasfigura.
Sicchè riguarda ben s'altro ci manca,
E distendi mai più(528) questa scrittura;
Chè 'l mio compagno ed io qua per viaggioCi muterem l'effigie e il personaggio.
20
La nera a lui darò, ch'altrui lo facciaParere un uom di venerando aspetto;
La bianca terrò io, che membra e bracciaDella donna mi dia che già t'ho detto.
La strega qui gli dice ch'ei si taccia,
Perch'ella scrive, e guasto le ha un concetto;
Ma lo scancella, e mettelo in postilla:
Così piega la carta e la sigilla.
21
Le fa la soprascritta e poi finisce,
A piè d'un ghirigoro, in propria mano;
E con essa quel diavolo spedisceAlla volta del principe d'Ugnano:
Là dove l'un e l'altro comparisceCon una delle dette palle in mano,
Credendo l'un rappresentar la Fiore,
E l'altro il servo; ma sono in errore.
22
Chè Baconero, il quale è un avventato,
Nel dar la palla all'altro di nascosto,
Senza guardarla prima, avea scambiatoE preso un granchio e fatto un grand'arrosto.
Perciò quand'a Baldone egli è arrivato,
Dice cose dal ver troppo discosto;
Mentr'egli afferma d'esser donna, e sembraUomo alla barba, all'abito e alle membra.
23
E Gambastorta, anch'ei balordo e stolto,
Mentr'apparir si crede un uom dabbene,
Alla favella, alla presenza e al voltoPer una fasservizi ognun la tiene.
Il foglio intanto il Duca avea lor tolto;
E veduto lo scritto e quel contiene(529),
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Ugnano Fiore Baconero Baldone Gambastorta Duca
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