14
Ma se ravvista(619) un tratto del suo fallo,
Bada a tirar innanzi alla balorda,
Perch'il vizio rifiglia e mette il tallo,
Vien sempre più a aggravarsi(620) in sulla corda.
Il male invecchia al fine e vi fa il callo;
Sicchè venga un serpente pure, e morda,
Ch'ella non sente nè meno un ribrezzo:
Così peggio che mai la dà pel mezzo(621).
15
Nella neve si fa lo stesso giuoco;
Chè l'uom sul primo diacciasi le dita,
Poi quel gran gelo par che manchi un pco,
E sempre più nell'agitar la vita;
Al fine ei si riscalda come un fuoco,
Sicchè non la farebbe mai finita;
Nè gli darebbe punto di spavento,
Quand'ei v'avesse ancora a dormir drento.
16
Or tu m'hai inteso: rasserena il volto;
Chè tu vedrai, tirando innanzi(622) il conto,
(Perchè di qui a poco non ci è molto)
Che delle serpi non farai più conto.
Ma dimmi, che ha' tu fatto del rinvolto?
L'ho qui, dic'ella, sempre lesto e pronto.
Sta ben, soggiunge Giulio, adunque corri,
Perchè qui non è tempo da por porri(623).
17
Resta, dic'ella, omai; ch'io ti ringrazioDell'instruzion, ch'appunto andrò seguendo;
Promissio boni viri est obligatio,
Dic'egli: t'ho promesso, e però intendoAncor seguirti questo po' di spazio;
E quivi con un tibi me commendo,
All'in qua ripigliando il mio cammino,
Ti lascio, com'io dissi, al colonnino(624).
18
Ed essa allora abbassa il capo, e tocca(625),
Sebben de' serpi ell'ha qualche paura;
Pur via zampetta, e fatto del cor ròcca,
Va calcando la strada alla sicura;
Sicch'ella non si sente aprir la bocca,
Perchè non è più morsa, o non lo cura.
Giunti alla fine al gran fiume infernale,
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Giulio
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