E in tre gole, ch'egli apre, gliene scaglia.
24
Il mostro, che mangiato avria Salerno(632),
Chè quanto a masticar quei ser(633) saccentiVoglion (perch'egli è guardia dell'Inferno)
Tenerlo sobrio, acciò non s'addormenti;
Ond'è ridotto per il mal governoSì strutto, che e' tien l'anima co' denti;
Perch'egli è ossa e pelle, e così spento,
Ch'ei par proprio il ritratto dello stento.
25
Sicchè, quand'ei si sente il tozzo in bocca,
Perchè la fame quivi ne lo scanna,
L'ingozza, che nè manco non gli toccaNè di qua nè di là giù per la canna;
Ma subito gli venne il sonno in cocca(634),
Ond'ei s'allunga in terra a far la nanna;
Chè il papavero e il loglio, ch'è in quel pane,
Farìa dormir un orso, non ch'un cane.
26
Or mentre fa il sonnifero il suo corso,
La donna, che più là facea la scorta
(Perocchè avea timor di qualche morso),
Vedendo che la bestia come mortaSdraiata dorme, e russa com'un orso,
Legno da botte(635) fa verso la porta;
E poi, bench'ella fosse alquanto stracca,
Dà una corsa, e in Dite anch'ella insacca.
27
Perchè d'alloro ha sotto alcune rame,
Vien fatta a' gabellier la marachella(636);
Tal ch'un di lor, ch'arrabbia dalla fame,
Fermate, dice, olà: che roba è quella?
Ti gratterai(637), dic'ella, nel forame,
Perch'io non ho qui roba da gabella,
Se non un po' d'allòr, ch'a Proserpina
Porto, perch'ella fa la gelatina.
28
S'ell'è, come voi dite, a questo modo,
Ei le risponde, andate pur, madonna;
Perch'altrimenti c'entrerebbe il frodo,
E voi stareste in gogna alla colonna.
Orsù correte pria che freddi il brodo,
Chè la regina poi sarebbe donna
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Salerno Inferno Proserpina
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