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      E non cambiar, partendosi, la strada,
      Perchè i gran vini al cerebro le danno,
      Ben ben l'annacqua con agresto e ranno.
     
     
      49.
      E fatte due tirate da Tedesco,
      La tazza butta via subito in terra,
      Perocch'ell'è di morto un teschio fresco,
      Che suona(671), e tre dì fa n'andò sotterra.
      Nepo, che mai alzò viso da desco,
      Che intorno ai buon boccon tirato ha a terra(672),
      Anch'egli al fine, dato a tutto il guasto,
      «La bocca sollevò dal fiero pasto.»
     
     
      50
      Lasciati i bicchier voti e i piatti scemi,
      Vanno al giardino pieno di sementeDi berline, di mitere e di remi
      E di strumenti da castrar la gente.
      Risiede in mezzo il paretaio del Nemi(673)
      D'un pergolato, il quale a ogni corrente(674)
      Sostien, con quattro braccia di cavezza,
      Penzoloni, che sono una bellezza.
     
     
      51.
      Spargon le rame in varia architetturaScheretri bianchi, e rosse anatomie(675);
      Gli aborti, i mostri e i gobbi in sulle muraForman spalliere in luogo di lumie(676);
      D'ugna, di denti e simile ossaturaInseliciate son tutte le vie;
      'N un bel sepolcro a nicchia il fonte buttaDel continuo morchia e colla strutta.
     
     
      52.
      Le statue sono abbrustolite e scureMummie, dal mar venute della rena(677);
      Che intorno intorno in varie positureIn quei tramezzi fan leggiadra scena.
      Su' dadi(678) i torsi, nobili sculture,
      (Perché in rovina il tutto il tempo mena)
      Ristaurati sono, e risarcitiDa vere e fresche teste di banditi.
     
     
      53.
      In terra sono i quadri(679) di cipolle,
      Ove spuntano i fior fra foglie e natiche;
      Sonvi i ciccioni, i fignoli e le bolleLe posteme, la tigna e le volatiche;
      V'è il mal francese entrante alle midolle,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Tedesco Nemi