A' primi, che son due proccuratori,
Cavar si vede il sangue d'ogni vena;
E questo lor avvien, perchè ambiduiFuron mignatte delle borse altrui.
59.
Si vede un nudo, che si vaglia(693) e duole,
Perocchè molta gente egli ha alle spalle,
Come sarebbe a dir tonchi e tignuole,
Punteruoli, moscion, tarli e farfalle;
Talchè pe' morsi egli è tutto cocciuole,
E addosso ha sbrani e buche come valle;
Ed è poi fiagellato per ristoroCon un zimbello(694) pien di scudi d'oro.
60.
Quei, dice Nepo, è il re degli usurai,
Che pel guadagno scorticò il pidocchio(695)
Un servizio ad alcun non fece mai,
Se non col pegno, e dandoli lo scrocchio(696);
Il gran se gli marcì dentro a' granai,
Chè nol vendea, se non valea un occhio;
Così fece del vino, ed or per questoGl'intarla il dosso e da' suoi soldi(697) è pesto.
61.
Un altro ad un balcon balla e corvetta,
Chè un diavol colla sferza a cento corde,
Che un grand'occhio di bue ciascuna ha in vetta,
Prima gli dà cento picchiate sorde;
Con una spinta a basso poi lo gettaIn cert'acque bituminose e lorde,
Che n'esce poi, ch'io ne disgrado gli orci(698)
O peggio d'un norcin, mula(699) de' porci.
62.
Dice la maga: questa è un po'ariosa,
Quand'ella vedde simìl precipizio;
Costui ha fatto qualche mala cosa;
Pur non so nulla, e non vo' far giudizio.
Domanda a Nepo, fattane curiosa,
Tal pena a chi si debba, ed a qual vizio.
Ed ei, che per servirla è quivi apposta,
Prontamente così le dà risposta:
63.
Quei fu zerbino, e d'amoroso dardoMostrando il cuor ferito e manomesso;
Credeva il mio fantoccío con un sguardo
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Nepo Nepo
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