Di sbriciolar tutto il femmineo sesso;
Ma dell'occhiate(700) sue ben più gagliardoOr sentene il riverbero e il riflesso;
E com'e' già pensò far alle dame(701),
Dalla finestra è tratto in quel litame.
64.
Si vede un ch'è legato, e che gli è postoIn capo un berrettin basso a tagliere;
E il diavol, colpo colpo da discostoCon la balestra gliene fa cadere.
Il misero sta quivi immoto e tosto,
Battendo gli occhi a' colpi dell'arciere;
Che s'e' si muove punto o china o rizza,
Per tutto v'è un cultello che l'infizza.
65.
Qui Nepo scopre la di lui magagna,
Mostrando ch'e' fu nobile e ben nato,
E sempre ebbe il pedante alle calcagna;
Contuttociò voll'esser mal creato,
Perchè, se e' fosse stato il re di Spagna,
Il cappello a nessun mai s'è cavato:
Però, s'e' fu villano, ora il maestroGl'insegna le creanze col balestro.
66.
In oggi questa par comune usanza,
Martinazza risponde al Galatrona;
Stanno i fanciulli un po' con osservanza,
Mentre il maestro o il padre gli bastona.
Se e' saltan la granata(702), addio creanza;
Par ch'e' sien nati(703) nella Falterona;
Ma per la loro asinità superba,
Son poi fuggiti più che la mal'erba.
67.
Ma chi è quel c'ha i denti di cignale,
E lingua cosi lunga e mostruosa?
Si vede che son fuor del naturale;
A me paion radici, o simil cosa.
Nepo rispose: quello è un sensale,
Che si chiamò il Parola; ma la glosaUom di fandonie dice e di bugie,
Perchè in esse fondò le senserie.
68.
Ora, per queste sue finzioni eterneCh'egli ebbe sempre nella mercatura,
Lucciole dando a creder per lanterne,
Sbarbata gli han la lingua e dentatura
| |
Nepo Spagna Galatrona Falterona Parola
|