Alla lor libertà fanno il mattone(712),
Perocchè tanto grandi e tanti furo,
C'han fatto per lor carcere quel muro.
74.
Ma sta' in orecchi, chè mi par ch'e' suoniIl nostro tabellaccio(713) del Senato,
Sicchè e' mi fa mestier ch'io t'abbandoni,
Perocch'io non voglio essere appuntato(714).
A veder ci restavano i lioni,
Ma non posso venir, ch'io son chiamato:
Ed ecco appunto i diavoli co' lucchi(715);
Però lascia ch'io corra e m'imbacucchi.
75.
Dice la maga: vo' venire anch'ioPerch'il veder più altro non m'importa,
Ed in questa città così a bacío(716),
A dirla, mi par d'esser mezza morta.
Voglio trattar col re d'un fatto mio,
Ed andarmene poi per la più corta.
Ed ei le dice in burla: se tu parti,
Va' via(717) in un'ora, e torna poi in tre quarti.
76.
Tu vuoi, gli rispos'ella, sempre il chiasso.
Nel consiglio così ne va con esso,
Ove ciascun l'onora e dàlle il passo,
Sbirciandola un po' meglio e più da presso.
Ella baciando il manto a Satanasso,
Lo prega ad osservar quanto ha promesso;
Ei gliel conferma, e perchè stia sicura,
Per la palude Stige glielo giura.
77.
Ed ella, per offerta così magna,
Ringraziamenti fattigli a barella,
Dice ch'ormai sbrattar vuol la campagna.
E tornar a dar nuove a Bertinella.
Pluton le dà licenza, e l'accompagnaFino alla porta, e lì se ne sgabella;
Ond'ella in Dite a un vetturin s'accosta,
Che la rimeni a casa per la posta.
78.
Il re, fatta con lei la dipartenza,
Al salon del Consiglio se ne torna;
Onde ciascuno alla real presenzaAlza il civile(718), e abbassa giù le corna.
Salito alla sua sbieca residenza
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Senato Satanasso Stige Bertinella Consiglio
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