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      108.
      Vanno le fave(758) attorno ed i lupini,
      E sentesi stuonato e fuor di chiave,
      Alle panche, gridar, tavolaccini(759);
      Raccogliete pel numero(760), e le favePigliate in man; chè questi cittadini,
      Che in simil luogo star dovrian sul grave,
      Rendono(761), il capo avendo pien di baie,
      Male i partiti e mangian le civaie.
     
     
      109.
      Vanno i donzelli, ognun dalla sua banda;
      Ma perchè ne ricevon mille scherzi,
      Che più nessuno ardisca il re comanda,
      Se non vuol che a pien popolo si sferzi.
      Di nuovo attorno i bossoli si manda,
      Da vincersi(762) il partito pe' due terzi;
      E cercate alla fin tutte le panche,
      Fu vinto, non ostante cento bianche.
     
     
      SETTIMO CANTARE.
     
      ARGOMENTO.
     
      Paride, dopo aver molto bevuto,
      Entra d'andar al campo in frenesia;
      E come il sonno avea pel ber perduto,
      Perde nel gir di notte anche la via.
      Cade in un fosso, onde a donargli aiutoCorron le Fate, e gli usan cortesia;
      Vien condotto in un antro, e per diportoLa storia gli è narrata di Magorto.
     
     
      1
      Vino tempera te, disse Catone,
      Perchè si dee berne a modo e a verso;
      E non come colà qualche trincone,
      Che giorno e notte sempre fa un verso;
      Ond'ei si cuoce, e perchè ci va a Girone(763),
      La favola divien dell'universo:
      E vede poi, morendo in tempo breve,
      Ch'è ver, che chi più beve, manco beve.
     
     
      2.
      Se il troppo vino fa che l'uom soggiaceA tal error di tanto pregiudizio,
      Chi non ne beve, e quello a cui non piaceA questo conto dunque ha un gran giudizio;
      Anzichè no(764), sia detto con sua pace,
      Perch'ogni estremo finalmente è vizio;
      E se di biasmo è degno l'uno e l'altro,
      Questo(765) ha il vantaggio, al mio parer, senz'altro.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Magorto Catone Girone