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      Perchè se quel s'ammazza e non c'invecchiaEd è burlato il tempo di sua vita,
      Almen sente il sapor di quei ch'ei pecchia(766),
      E tien la faccia rossa e colorita.
      Burlar anche si fa chi va alla secchia,
      E insacca senza gusto acqua scipita,
      Che lo tien sempre bolso e in man del fisico,
      Il qual l'aiuta a far morir di tisico.
     
     
      4.
      Però sia chi si vuole, egli è un dappocoChi 'mbotta al pozzo come gli animali;
      S'avvezzi a ber del vino appoco appoco,
      Ch'ei sa, che l'acqua fa marcire i pali;
      Ma, com'io dico, si vuol berne poco:
      Basta ogni volta cinque o sei boccali:
      Perch'egli è poi nocivo il trincar tanto,
      Com'udirete adesso in questo Canto.
     
     
      5.
      Omai serra gli ordinghi e le ciabatteChiunque lavora e vive in sul travaglio,
      E difilato a cena se ha batteA casa, o dove più gli viene il taglio.
      Chi dal compagno a ufo il dente sbatte;
      Tanti ne va a taverna, ch'è un barbaglio(767);
      Parte alla busca; e infin, purchè si roda,
      Per tutto è buona stanza, ov'altri goda.
     
     
      6.
      E Paride(768), ch'anch'egli si ritrovaA corpo voto in quelle catapecchie,
      D'Amor chiarito figlio d'una lova(769),
      Che svaligiar gli ha fatto le busecchie(770),
      Dice al villan: Va' a comprarmi dell'uova,
      Ecco sei giuli, tônne ben parecchie;
      Piglia del pane, e sopra tutto arrecaBuon vino, sai! non qualche cerboneca(771).
     
     
      7.
      E se t'avanza poi qualche quattrino,
      Spendilo in cacio; non mi portar resto.
      Messer sine, rispose il contadino,
      Io torrò, s'io ne trovo, ancor cotesto.
      E partendo gli ride l'occhiolino,
      Sperando(772) aver a far un po' d'agresto;
      Ma facendo i suoi conti per la via,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Canto Paride Amor