3
Perchè se quel s'ammazza e non c'invecchiaEd è burlato il tempo di sua vita,
Almen sente il sapor di quei ch'ei pecchia(766),
E tien la faccia rossa e colorita.
Burlar anche si fa chi va alla secchia,
E insacca senza gusto acqua scipita,
Che lo tien sempre bolso e in man del fisico,
Il qual l'aiuta a far morir di tisico.
4.
Però sia chi si vuole, egli è un dappocoChi 'mbotta al pozzo come gli animali;
S'avvezzi a ber del vino appoco appoco,
Ch'ei sa, che l'acqua fa marcire i pali;
Ma, com'io dico, si vuol berne poco:
Basta ogni volta cinque o sei boccali:
Perch'egli è poi nocivo il trincar tanto,
Com'udirete adesso in questo Canto.
5.
Omai serra gli ordinghi e le ciabatteChiunque lavora e vive in sul travaglio,
E difilato a cena se ha batteA casa, o dove più gli viene il taglio.
Chi dal compagno a ufo il dente sbatte;
Tanti ne va a taverna, ch'è un barbaglio(767);
Parte alla busca; e infin, purchè si roda,
Per tutto è buona stanza, ov'altri goda.
6.
E Paride(768), ch'anch'egli si ritrovaA corpo voto in quelle catapecchie,
D'Amor chiarito figlio d'una lova(769),
Che svaligiar gli ha fatto le busecchie(770),
Dice al villan: Va' a comprarmi dell'uova,
Ecco sei giuli, tônne ben parecchie;
Piglia del pane, e sopra tutto arrecaBuon vino, sai! non qualche cerboneca(771).
7.
E se t'avanza poi qualche quattrino,
Spendilo in cacio; non mi portar resto.
Messer sine, rispose il contadino,
Io torrò, s'io ne trovo, ancor cotesto.
E partendo gli ride l'occhiolino,
Sperando(772) aver a far un po' d'agresto;
Ma facendo i suoi conti per la via,
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Canto Paride Amor
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