58.
Tu puoi far conto allor d'averla vista,
Perchè mentr'ella beve un'acqua tale,
Ti fuggirà in un subito di vistaE tu resterai quivi uno stivale.
Se tu non l'ubbidisci, ella, ch'è trista,
Vedendo che il pregare e il dir non vale,
Intorno ti farà per questo fineUn milion di forche(826) e di moine,
59.
E se di compiacerla poi ricusi,
Dirà che tu buon cavalier non sia,
Mentre conforme all'obbligo non usiServitù colle dame e cortesia;
Ma lascia dire e tien gli orecchi chiusi,
Non ti piccar di ciò, sta' pure al quia(827);
Gracchi a sua posta; tu non le dar bereAcciò non fugga, e poi ti stia il dovere(828).
60.
Con questa, che sarà fatta a pennelloCome tu cerchi, leverai dal cuore
Ogni doglia ogni affanno al tuo fratello,
Ed io te n'entro già mallevadore;
Vientene dunque meco e sta' in cervello,
Cammina piano, e fa' poco romore;
Che se e' ci sente a sorte o scuopre il caneNon occor'altro, noi abbiam fatto il pane(829).
61.
Zitti dunque, nessun parli o risponda;
Andiamo, ch'e' s'ha a ir poco lontano.
Così va innanzi e l'altro lo seconda,
E il servitor gli segue anch'ei pian pìano;
Ma quel demonio che va sempre in ronda,
Gli sente e gli vuol vincer della mano(830);
Perchè(831) gli aspetta, e il vecchio ch'alla siepeVien primo, chiappa su come di' pepe(832).
62.
A casa lo strascina e te lo ficca
'N un sacco e colla corda ve lo serra;
E fatto questo, a un canapo l'appiccaChe vien dal palco giù vicino a terra;
E per pigliar il resto della cricca,
Esce poi fuora; ma nel fatto egli erra,
Chè, quand'ei prese quello, gli altri due
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