Ad aspettarlo avuto avrian del bue.
63.
Ed oggimai si trovano in franchigia;
Sicchè Magorto quivi ne rimaneUn bel minchione, e n'è tanto in valigia,
Che nè manco daria la pace(833) a un cane.
Sfogarsi intende e a quella veste bigiaVuole un po' meglio scardassar le lane;
Perciò su verso il bosco col pennato(834)
A tagliar un querciuol va difilato.
64.
Brunetto, che l'osserva di nascosto,
Vedutolo partire, entra nell'ortoE corre a casa, di veder disposto
Quel ch'é del vecchio, s'egli è vivo o morto.
Così chiuso in quel sacco il trova posto,
Chè 'l poverin, trovandosi a mal porto,
E trema, e stride, e par che giù pel gozzoEgli abbia una carrucola da pozzo.
65.
Ed ei le corde al sacco a un tratto sciolte,
E fatto quel meschino uscirne fuore,
Che lo ringrazia e bacia mille volteE fa un salto poi per quell'amore,
Vi mette il can che guarda le ricolte,
Dandogli aiuto ed egli e il servitore.
E poi con piatti e più vasi di terra,
Due fiaschi di vin rosso, e lo riserra.
66.
E l'attacca alla fune in quella guisa,
Ch'egli era prima, e poi di quivi sfratta;
E del fatto crepando delle risa,
Di nuovo con quegli altri si rimpiatta;
Quando Magorto, in giù viene a ricisa(835)
Con una stanga in man cotanto fatta(836);
Perchè gli par mill'anni con quel troncoDi far vedere altrui ch'ei non è monco.
67.
Arriva in casa, e sbracciasi, e si mette,
Serrato l'uscio, con quel suo randelloSopr'a quel sacco a far le sue vendette,
Suonando, quant'ei può sodo a martello.
Il Romito che stava alle velette,
Perchè l'uscio ha di fuora il chiavistello,
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Magorto Magorto Romito
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