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      Fuorchè a i sensali, non fruttò covelle;
      E mal per chi ha tempo e tempo aspetta:
      Chè mentre piscia il can, la lepre sbietta.
     
     
      88.
      E però prima che a viola a gamba(857)
      Una fuga mi suonin di concerto,
      A casa Pigolon vogl'ir di gambaChe vi sarà co' complici del certo.
      Così conchiuso, corre ch'ei si sgamba,.
      E come un bracco va per quel deserto,
      Tutti quanti quei luoghi a uno a unoCercando, s'ei vi scopre o sente alcuno.
     
     
      89.
      Quel della cella del romito è il primo,
      Ove trovando il passo e porto franco,
      Intana drento e non vi scorge nimo(858),
      Fruga e rifruga in qua e in là, nè anco;
      Sgomina ciò che v'è da sommo a imo,
      Ma tutto invano; ond'egli al fine stancoSe n'esce colle man piene di vento,
      Ma dieci volte più di mal talento.
     
     
      90.
      Entrò nel bosco e ogni contrada scorseE in somma ne cercò per mari e monti;
      E vedde senza metterla più in forse,
      Il pigiato esser lui al far de' conti;
      Onde nel fine all'arti sue ricorse,
      Chè pur vuol vendicar sì grandi affrontiCosì v'arriverò po' poi in quel fondo,
      Se voi foste, dicea, di là dal mondo.
     
     
      91.
      E poichè fatti egli ha certi suoi incantiChe gli riescon bene e vanno a vanga(859),
      Andate, dice, o stummia(860) di furfanti,
      Poich'a pianger volete ch'io rimanga.
      Che sieno in casa vostra eterni pianti,
      Tal che ciascuno e fino al gatto pianga.
      E così poi di quanto aveva dettoNè più nè manco ne seguì l'effetto.
     
     
      92.
      Poichè Brunetto e le sue cameratePagaron l'oste (il quale assai contese,
      Perchè le gole lor disabitate(861)
      Gli eran parute care per le spese),
      Partiron, e poi dopo altre fermate,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Pigolon Brunetto