Ei le condusse salve al suo paese;
E giunto a casa, ringraziando il cieloEntra in sala, e di posta fa un belo(862).
93.
Entra la donna col romito appresso,
E, cominciaro a piangere ambedui;
Entra il famiglio e anch'egli fa lo stesso,
Senza saper perchè, nè men per chi.
Trovan Nardino ancor di male oppressoE sbietolar lo veggono ancor lui;
L'astante che porgevagli l'orzata,
Pur ne faceva la sua quattrinata(863).
94.
Nardin vede colei bell'e vezzosaCom'appunto l'aveva nel pensiero.
E dice: benvenuta la mia sposa;
Voi mi piacete a fè da cavaliero;
Ma voi piangete? ditemi una cosa,
Voi ci venite a malincorpo, è e' vero?
Non vogliate risponder ch'e' non sia,
Perchè voi mi diresti una bugia.
95.
Mettete pur così le mani innanzi,
Rispond'ella, signor, per non cadere;
Mentre temendo ch'io non mi ci stanzi,
Specorate(864) sì ben, ch'egli è un piacere:
Ch'io mi vi levi, ditemi, dinanzi,
Chè voi non mi potete più vedere,
Senza darmi la burla, ch'io m'acquieto,
E senza replicar do volta a dreto.
96.
Nè sossopra la man(865) non volterei,
Chè l'andare e lo star, mi son tutt'una;
E bench'al mondo io sia come gli Ebrei
Che non han terra ferma o patria alcuna,
Andrò pensando intanto a' fatti miei,
Per veder di trovar miglior fortuna;
Perchè, come dìceva Mona Berta,
Chi non mi vuol, segn'è che non mi merta.
97.
Ed ei risponde: oimè! Signora mia!
Non vi levate in barca così presto;
S'io non v'ho detto o fatto villanía,
Perchè venite voi a dirmi questo?
Abbiate un po' più flemma in cortesia,
Ch'ogni cosa andrà bene in quanto al resto;
Voi siete bella ed anco di più sposa,
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Nardino Ebrei Mona Berta
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