Però non vogliat'esser dispettosa.
98.
Ella soggiunge, ed egli ribadisce:
Ella non cede, ed ei risponde a tuono:
Pur gli acquieta Brunetto, e al fin gli unisce,
Sicchè l'un l'altro chiedesi perdono;
Ma non per questo il lagrimar finisce,
Ch'ognora in casa e fuora e ovunque sono,
Perchè sempre si smoccica e si cola,
Hanno a tenere agli occhi la pezzuola.
99.
Vivono in somma in un continuo pianto;
Piangono i servi e piangon gli animali;
Onde il guazzo per terra è tale e tanto,
Che e' portan tutti quanti gli stivali.
Ma torniamo a Magorto, che frattanto,
Per saper quel che sia di questi taliE dove la sua figlia si ritrovi,
Ha fatto al consueto incanti nuovi.
100.
E veduto ch'ell'è tra buona genteMoglie d'un ricco e nobil baccalare(866)
E che giammai le può mancar nïentePerch'ella è in una casa come un mare,
Non vi so dir s'ei gongola e ne senteContento grande e gusto singolare;
Di modo ch'ei si pente, affligge e duoleDi quanto ha fatto, e risarcir lo vuole.
101.
Perciò, per un suo cogno(867) se ne corre,
E nell'orto lo porta dove è un fruttoC'ha i pomi d'oro, e ne comincia a corre
Durando fin che l'ebbe pieno tutto.
E poichè dentro più non ne può porre,
Sapendo che 'l suo aspetto è molto brutto,
Si lava, ripulisce e raffazzona,
E rimbellisce tutta la persona.
102.
E presa addosso poi quella sua cassaCh'è tanto grave ch'ei vi crepa sotto,
Si mette in via, e presto se ne passaOv'è la figlia e il flebile raddotto,
Che al suo venire ogni mestizia lassaMutando in riso il pianto sì dirotto;
E versa i pomi in mezzo della stanza
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Brunetto Magorto
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