Mille malanni, diavoli e versiere.
2
Sapete ch'e' s'inciampa e ch'e' si cascaSi può in cambio d'un altro esser offeso;
O dar in un, se t'hai moneta in tasca,
Ch'alleggerir ti voglia di quel peso;
Manca in qual mo' si può correr burrasca:
Però vi giuro, ch'io non ho mai intesoLa fin di questi tali, e tengo a mente
Quel ch'un tratto mi disse un uom valente.
3.
La notte, disse, è un vaso di Pandora,
Che versa affronti, risichi e tracolli;
Perocchè nel suo tempo sbucan fuoraTutti i ribaldi, ladri e rompicolli;
Onde sia ben riporsi di buon'ora:
E deve esempio l'uom pigliar da' polli,
Che l'un di loro al più vale un testone(871),
E pria che 'l Sol tramonti, si ripone.
4.
Ed egli che d'un mondo assai più vale,
Sta fuori tutta notte, o diacci o piovaE gira al buio come un animale,
Cercando di Frignuccio(872) in bella prova;
Nè fia gran fatto poi se gli avvien male,
Chè ben sapesti che chi cerca trova.
Ed eccovene in Paride il riscontro,
In modo che non v'è da dargli contro.
5.
Perchè le son tutte cose provateE vere, che non v'è spina nè osso;
E non si trovan poi sempre le Fate,
Chè vengano a levarti il mal da dosso;
Come al Garani, quand'a gambe alzateAndato era la notte giù nel fosso,
Che, mentre conteggiava colla morte,
Da esse ebbe un favor di quella sorte.
6.
Or questi vuol che pur di lui discorra,
Onde di nuovo a' atti suoi ritorno.
Le ninfe, che 'l vedean batter la borra(873),
Tutte li son co' panni caldi attornoE già tra loro par che si concorra
Di fargli dare una scaldata in forno;
Ma perchè questo in danno suo risulta,
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