32.
Però seguiam con Paride le Dee
A veder cose belle e stravagantiE prima troverem di gran miscee:
Corpi di mummie ed ossa di giganti:
Essere in corpo a un pesce due galee,
Impietrite con tutt'i naviganti,
Legni, li quali esse han per tradizioneChe fur fatti del giuggiol(910) di Nerone.
33.
Chiuse in un vaso poi vedrem le gotteCh'ebbe quel vecchio chioccia(911) di Sileno;
E l'asta che fu, dicon, di Nembrotte,
Con che volle infilzar l'arcobaleno;
Benchè si creda più di Don Chisciotte:
E veramente non può far di meno,
Perchè in vetta, nel mezzo della lama,
V'è scritto Dulcinea ch'era sua dama.
34.
Pende dal palco un secco gran serpenteChe quasi al coccodrillo s'assomiglia;
E dicon che la coda solamentePer la lunghezza arriva a cinque miglia;
Ma quel che più curioso di nïente
È certo, è una grandissima conchigliaOve fra minuta alga e poca rena
Sta congelato un uovo di balena(912).
35.
Evvi un mantice, il qual per via d'ingegniSoffiando fa girare uno strumento
D'un arcolaio a ventiquattro legni,
Invenzion nuova d'orivolo a vento;
Perch'ogni stecca ha i suoi numeri e segniChe mostran l'ore, e' quarti e ogni momento.
Chi vi dipana sa quant'ei lavora,
Ch'al fin d'ogni gomitol suona l'ora.
36.
Una sfera bellissima si vedeCh'è sopr'a un ben tornito piedistallo,
Che per giustezza tutte l'altre eccede,
O sien fatte di legno o di metallo;
Vada pure e sotterrisi Archimede
Con quella sua ch'ei fece di cristallo,
Ch'e' bisogna guardarla e starsi addietro,
Perchè si rompe(913) giusto come il vetro.
37.
Chè questa, che con ogni diligenza
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