Di purgate vesciche fu commessa,
Se per disgrazia o per inavvertenzaPerquote o cade, ell'è sempre la stessa.
E se 'l cristallo ha in sè la trasparenza,
La vescica al diafano s'appressa;
Ed è un corpo che giammai non varia,
E quel si cangia ognor secondo l'aria.
38.
Se in Grecia fatta fu la cristallinaE questa(914) di vesciche vien da Troia,
Che a Fiesol fa portata a Catilina
La notte ch'ei fuggì verso Pistoia;
Ch'ei non giunse nè anco alla mattina,
Ch'il poveraccio vi tirò le quoia(915);
Sicchè due capitan sue camerateLa presero, e la diedero alle Fate.
39.
Mentre s'ammira così bel lavoroE vi si fanno su cento argomenti,
Paride guarda, e vede una di loroCavarsi un occhio, la parrucca e i denti,
E dargli a un'altra, perchè in tutto il coroDelle naiadi ch'ivi son presenti,
O fuora, chè pur anche son parecchi(916),
Han sol quei denti, un occhio e due cernecchi(917).
40.
Peroch'elle son cieche e vecchie tutte,
E loro i denti son di bocca usciti;
Ma non per questo ell'appariscon brutteCh'ell'hanno volti belli e coloriti;
E se mangiar non posson carne e frutte,
Elle s'aiutan con de' panbolliti,
Perchè quei denti, come l'occhio e i ricci,
Non hanno più virtù, ch'e' son posticci.
41.
Gli portan per bellezza solamenteUna per volta, acciocchè per la via
S'ell'ha ir fuora a vista della gente,
Asconda ogni difetto e mascalcía;
Ma il tenergli la legge non consenteSe non un'ora, e poi a quella via
A riportargli a casa vien costretta,
Acciocch'un'altra dopo se gli metta.
42.
Così per osservar le lor vicende,
Questa ch'io dico se gli cava adesso,
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