Poi fassi alla finestra d'orïente,
E vòta l'orinal del suo marito;
Ma perchè il carretton ricco e lucenteGià muove il Sole ed ella l'ha sentito
Acciocch'ei non la vegga sconcia e sciatta,
Manda giù l'impannata e si rimpiatta.
6.
Quando il vitto comparve ed il rinfresco,
Sicchè chi avea col masticar divieto(969)
Appoggiò lietamente il corpo al descoE, come si suol dir, riebbe il peto.
E il general, che tutta notte al frescoAndò coll'astrolabio innanzi e indreto,
Battendo la dïana(970) in sul lunarioAvea fatto di stelle un calendario(971).
7.
Lasciato s'era anch'egli rivedereTutto quanto aggrezzato(972) al pappalecco(973)
Dove per aver meglio il suo dovereFece in principio un bel murare a secco.
Quand'ei fu pieno, alfin chiese da bere,
E poich'egli ebbe in molle posto il becco,
Figliuoli, disse, omai venuta è l'oraCh'e' si tratta d'averla(974) a cavar fuora.
8.
Se a mensa ognun di voi tanto s'affolta,
Mangia per quattro e beve poi per sette,
Che par proprio ch'e'sia giunto a ricolta,
Anzi ch'egli abbia a far le sue vendette;
Tal ch'io pensai vedervi anco una voltaLa tovaglia ingoiar e le salviette:
Ed ebbi un tratto anche di me paura;
Per una spalla dávola(975) sicura.
9.
Redeamus ad rem: se, come ho detto,
Qua foste al bere infermi(976) e al mangìar sani,
E co' coltelli in man standovi a pettoRiusciste sì bravi sparapani,
In battaglia vedervi ancora aspettoColla spada così menar le mani,
Onde il nimico vinto ed abbattutoNe sia, come stanotte ho preveduto.
10.
Chè quasi fui per dar nelle girelle;
Perchè, dopochè i punti della Luna
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Sole Luna
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