25.
Quantunque il campo annaffi tal rugiadaCome le zucche, inarpican le scale;
Onde più d'uno in giù verso la stradaFa pur di nuovo un bel salto mortale:
Ma benchè a monti ne trabocchi e cada,
Sardonello sta forte e in alto sale;
E tra i nimici affine, a lor mal grado,
Mette su il piede e agli altri rompe il guado.
26.
Chi vidde in un pollaio ove si trovaUn numero di polli senza fine
Tra lor cascar qualche pollastra nuova,
Che tost'addoss'ell'ha galli e gallineCiascun per far di lei l'ultima prova;
E se e' non fosse la padrona alfine,
Che la difende e da beccar le porta,
Stroppiata rimarrebbe e forse morta:
27.
Non altrimenti il numeroso stuolo,
Vedendo Sardonel c'ha fatto il passo.
Concorre tutto quanto contro a un soloPer mandarlo in minuzzoli a Patrasso(999);
E gli facean tirar presto l'aiuolo(1000),
O col ferirlo o col tirarlo a basso;
Ma Eravan, che debito(1001) lo scorge,
Aiuto a un tempo ed animo gli porge.
28.
Chiunque è 'n castello allor pien di pauraCorre per far ch'avanti ei più non vada
E mentre il vuol rispinger dalle mura,
Ch'altri più la s'arrampica non bada.
Pur, d'ovviare anco di qua proccura.
Ma in sette luoghi è già fatta la strada.
E d'ogn'intorno tanto il popol cresce.
Che ogni riparo invalido riesce.
29.
Avviene a lor nè più nè meno un iotaCom'a' fanciulli, quando per la via
Fan la tura al rigagnol colla mota,
E l'acqua ne comincia a portar via,
Che mentre assodan quivi ov'ella è vota.,
Essa distende altrove la corsia;
E se riparan là, più qua fracassa,
Talch'ella rompe e a lor dispetto passa.
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Sardonel Patrasso Eravan
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