Spediscon, che parlò in questo tenore:
35.
Spida(1012), signori, l'armi ognun sospenda.
A che far questa guerra aspra e mortale?
Fermi, per grazia, più non si contenda,
Perch'altrimenti vi farete male;
Fate che la cagione almen s'intenda,
Chè a chetichelli(1013) a questo mo' non vale;
E chi pretende, venga colle buone,
Chè data gli sarà soddisfazione.
36.
Con quei che dona per amor, non s'usaIn tal modo la forza e la rapina;
Chiedete; imperciocchè giammai ricusaIl giusto ed il dover la mia regina.
Non entraron mai mosche in bocca chiusa,
E con chi tace, qua non s'indovina.
Puoss'egli accomodarla con danari?
Dunque parlate, e vengasi a' ripari.
37.
A questo il general c'ha un po' d'ingegno,
Ritiene il colpo e indietro si discosta.
Che si fermino i suoi dipoi fa segno,
Passa parola e manda gente a posta:
Né badò molto a fargli stare a segno,
Chè la materia si trovò disposta.
Ciascun d'ambe le parti stette saldo,
Ch'ognun cerca fuggire il ranno caldo.
38.
Chi della pelle ha punto punto cura,
Cioè che non vorrebbe essere ucciso,
Sempre le sciarre(1014) di fuggir proccura,
E se mai v'entra, ha caro esser diviso.
E bench'ei mostri non aver paura,
Se in quel cimento lo guardate in viso.
Lisciato le vedrete d'un belletto(1015)
Composto di giuncate e di brodetto.
39.
Sien due gran bravi, sien due masnadieri,
Se mai vengono a quel tirarla fuore,
Credete che e' lo fan malvolentieri,
Perocch'a tutti viene il batticuore;
E ch'e' la passerebbon di leggieriSe lo potesser far con loro onore,
Attenendosi a quella opinïone,
Di veder quanto viver sa un poltrone.
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