Quella che, dianzi tolse al dì la vita,
Cagion che tutto il mondo porta bruno;
Perch'ella teme d'esserne inquisita,
Benchè si chiugga gli occhi per ognuno(1047),
Per fuggir l'alba c'ha le calze gialle,
Comincia a ragionar di far le balle.
6.
E Martinazza, che di quei ballettiSarebbe in corte tutto il condimento,
Perchè in un tempo solo, co' calcettiBallando, suona(1048) al par d'ogni strumento;
Dopo cena per degni suoi rispettiPrese dagli altri un canto(1049) in pagamento,
E sopra un pagliericcio angusto e sodoFino ad ora s'è cotta nel suo brodo.
7.
Perocchè, nel pensar che la mattinaEntrare in campo dee alla tenzone,
Fa giusto come quella nocentina(1050),
Ch'a giorno andar dovendo a processioneOcchio non chiude, e tuttavia mulina
Tantochè'l capo ell'ha come un cestone;
Così la strega in cella solitariaAttende a far mille castelli in aria.
8.
Infastidita poi da tanti e straniSuoi mulinelli, sorge dalla paglia:
E data una scossetta come i cani,
La lancia chiede, brando, piastra e maglia,
Perchè il nimico all'alba de' tafani(1051)
Vuol trucidare in singolar battaglia;
Ed a fargli servizio e più che vezzi,
Vuol che gli orecchi sieno i maggior pezzi.
9.
Dimostra cuore intrepido e sicuro,
E spaccia(1052) il Baiardino e il Rodomonte;
Chi la stringesse poi fra l'uscio e il muro,
Pagherebbe qualcosa a farne monte(1053);
Ma tutto questo finge e in sè tien duro,
Fa faccia tosta e va con lieta fronte,
Sperando ognor che venga un accidenteCh' e' non se n'abbia a far poi più niente.
10.
Spada e lancia frattanto un servo appresta;
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Martinazza Baiardino Rodomonte
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