Di taglio manco; essendochè una moleSì fatta a maneggiar pur troppo pesa:
Portila dunque per ombrello al solePerch'alla testa non gli muova scesa(1061);
E digli, giacchè quella non è il caso,
Che s'egli ti vuot dar ti dia di naso.
16.
Ma se per non aver buon corridore,
Quivi a cansarti tu non fossi lesta,
O per altra disgrazia o per erroreE t'appoggiasse qualche colpo in testa,
Voglio che tu per sicurtà maggioreOr per allora ti tracanni questa
Qual'è una bevanda sì squisita,
Che chi l'ha in corpo non può uscir di vita.
17.
Così le fa ingoiar tanto di micca(1062)
D'una colla tenace di tal sorte,
Che dove per fortuna ella si ficcaAl mondo non è presa(1063) la più forte:
Questa, dic'egli l'anima t'appiccaBen ben col corpo, e s'altro non è morte
Ch'una separazion di questi duoi,
Oggi timor non hai de' fatti suoi.
18.
Quando la maga vede un tal presenteC'ha in sè tanta virtù, tanto valore,
Da morte a vita riaver si sente,
Si ringalluzza e fa tanto di cuore;
E dove sarebb'ita un po' a rilenteNel far con Calagrillo il bell'umore,
Or c'ha la barca assicurata in porto,
Per sette volte almanco lo vuol morto.
19.
Le stelle omai si son ite a riporre,
Han prese l'ombre già tacita fuga,
E già dell'aria i campi azzurri scorreQuel che i bucati in su i terrazzi asciuga;
Perciò fatta al ronzin la sella porre,
Vi monta sopra e poi lo zomba e fruga,
Perch'adesso ch'egli ha rotto il digiuno,
Camminerebbe pìú in tre dì che in uno.
20.
Perch'ei bada a studiar declinazioni(1064)
Più non sì può farlo levare a panca(1065);
Le polizze(1066) non può, porta i frasconi(1067),
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Calagrillo
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