Che van de plano all'arte del Mirtillo(1085),
E ch'egli ha sempr'all'uscio gli occhi a' mochi(1086),
Dietro alla strega giunge Calagrillo,
Che lui non sol, ma spaventò quei pochi(1087);
Ond'egli, che più cuor non ha d'un grillo,
Fece, stimando quello il suo rivale,
Più de' piè che del ferro capitale.
31.
Tosto tornando l'amicizia in parte(1088),
Si viene all'armi, chè ciascuna armataCiò tien dell'altra un segno fatto ad arte
Per darle a tradimento la pietrata(1089).
Di qui si viene a mescolar le carte(1090),
Tal ch'in vederla(1091) tanto scompigliata,
Ritirandosi, a dir badan le dame:
Basta, basta, non più, dentro le lame.
32.
Prima che tra costoro altro ci nascaE che la rabbia affatto entri fra' cani,
E' mi convien saltar di palo in frasca,
E ripigliar la storia del Garani
Ch'è dietro a far che 'l Tura ci rinasca;
Acciò tornato poi come i cristiani,
Ad onta della strega ogni mattinaRitorni a visitar la Regolina(1092).
33.
Paride giunto in mezzo a' casolari,
Ove messer Morfeo a un tempo soloFa dir di sì(1093) a molti in Pian Giullari(1094),
Strepitando, fuggir lo fece a volo,
Sì ch'ognun desto vanne a' suoi affari,
Ed ei che star non vuol quivi a piuolo(1095)
Anzi dare al negozio spedizione,
Dimanda di quel lupo informazione.
34.
Un gran villano, un nom d'età matura,
De' quarantotti(1096) lì di quel contado,
Che perchè ei non ha troppa sessitura(1097)
Ed è presontuoso al quinto grado,
Innanzi se gli fece a dirittura,
E con certi suoi inchin da Fraccurrado(1098):
Benvenga, disse, vostra signoria,
E le buone calende il ciel vi dia.
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