Che un uomo uso alle giostre e alle quintane,
Con tal chiappolerie gli vada intorno,
E lo tratti co' sassi come un cane;
Ovver ch'e' fosse l'apparir del giorno,
Che scaccia l'ombre, il bau e le befane;
Sparisce affatto e più non si rivede:
Ma Paride per questo non gli crede.
56.
Resta in parata, molto gira il guardo,
Prima ch'un piè nè anche egli abbia mosso,
Mercè ch'ei sa che 'l diavolo è bugiardoE quanto ci sia sottile e fili grosso(1128);
Perciò si mette un pezzo a Bellosguardo(1129),
Credendo ognor che gli saltasse addosso;
Ma poich'ei vedde omai d'esser sicuro,
Andò all'oste e cavollo(1130) di pan duro.
UNDECIMO CANTARE
Argomento
Cangia le danze in rissa un accidenteFuggonsi Bertinella e Martinazza.
Vien fuor Biancone, e fa morir gran gente;
Ma gli orbi a lui fan poi sentir la mazza.
Da Celidora e da Baldon possenteMezza destrutta è quella trista razza:
Tagliansi a pezzi in quelle squadre e in queste,
E così in Malmantil fansi le feste
1.
Chi mi darà la voce e le parole,
Bastanti a dir la guerra indiavolataOnd'oggimai darà le barbe al Sole(1131)
Bertinella con tutta la sua armata?
Che al ciel gagliarde(1132) alzando e capriole,
Farà verso Volterra(1133) la calata;
E se d'amor cantò con cetra in mano,
Dirà col ferro il vespro siciliano.
2.
Qui ci vorria chi scortica l'agnelloO se al mondo è persona più inumana,
A descriver la strage ed il flagelloChe seguir si vedrà di carne umana
Ch'io già mi sento, mentre ne favello,
Il tremito venir della quartana;
E n'ho sì gran terror, ch'io vi confessoChe mai più de' miei dì sarò quel desso.
| |
Paride Bellosguardo Bertinella Martinazza Biancone Celidora Baldon Malmantil Sole Volterra
|