Per tornare a Baldone e a Celidora.
28.
Che là nel mezzo a' suoi nemici zomba,
Di modo ch'essi sceman per bollire(1165);
Chè dove i colpi ella indirizza e piomba,
Te gli manda in un subito a dormireChe nè meno col suon della sua tromba
Camprïan(1166) gli farebbe risentire:
E quanto brava, similimente accorta,
A combattere i suoi così conforta:
29.
Su via, figliuoli: sotto, buon piccini;
Facciam di questi furbi un tratto ciccioli(1167):
Non temete di questi spadacciniCh'al cimento non vaglion poi tre piccioli(1168):
E se in vista vi paion paladini,
Han facce di leoni e cuor di scriccioli(1169):
E se 'l gridare e il bravar lor v'assorda,
Il can ch'abbaia raro avvien che morda.
30.
In quel ch'ella da ritto e da rovescio,
Così dicendo, va sonando a doppio,
Dà sul viso al Cornacchia un manrovescioChe un miglio si sentì lontan lo scoppio;
Di modo ch'ei cascò caporovescio,
Pigliando anch'egli un sempiterno alloppio;
Ma il sapor non gustò già de' buon vini,
Come chi prese(1170) il suo de' cartoccini.
31.
Sperante per di là gran colpi tiraCon quell'infornapan della sua pala;
Ne batte in terra, sempre ch'ei la gira,
Otto o dieci sbasiti per la sala;
Talchè ciascuno indietro si ritiraO per fianco schifandolo fa ala;
E chi l'aspetta, come avete inteso,
Ha, come si suol dir, finito il peso(1171).
32.
Amostante, che vede tal flagelloD'un'arme non usata più in battaglia,
Alza la spada, e quando vede il bello,
Tira un fendente e in mezzo gliela taglia.
Riman brutto Sperante, e per rovelloIl resto che gli avanza all'aria scaglia;
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Baldone Celidora Cornacchia Sperante
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