Di netto il capo smoccola a Santella,
Scaramuccia si muor sotto Eravano,
Ch'ammazza anche Gaban da Berzighella,
E sventra quel birbon dell'Ortolano
Che fa il minchion per non pagar gabella;
Ma colto poi vi resta ad ogni modo,
Mentre adesso gli va la vita in frodo.
53.
Armato a privilegi omai Rosaccio(1209)
Marte sguaina(1210) e Venere influente;
Ma presto Sardonello sul mostaccioGli fece colla spada un ascendente,
Che piove al collo e privalo d'un braccioOnd'ei in quel punto andando all'occidente,
Vede le stelle e l'una e l'altra sfera,
Nel viso eclissa e dice: buona sera.
54.
Mein per fianco sentesi percossoDallo stidion del cucinier Melicche
Parasitaccio, porco grande e grosso,
Perchè il ghiotto si fa di buone micche(1211).
Si rivolta Meino, e dà al colossoNella gola che ha piena di pasticche;
Talchè morendo dolcemente il guitto:
Addio cucina, dice, ch'io ho fritto.
55.
Già per la stanza il sangue era a tal segnoCh'andar vi si potea co' navicelli;
Istrïon Vespi(1212), tutto furia e sdegnoRinvolto ha quivi il povero Masselli;
E col coltel da Pedrolin di legnoSu pel capo gli squotola(1213) i capelli,
Acciò, trattane poi la lisca(1214) e il loto,
Più bella faccian la conocchia a Cloto(1215).
56.
Il Gatti e Paol Corbi inveleniti,
Quasi villan che i tronchi ed i rampolliTaglin di Marzo a' frutti ed alle viti,
Potan da' busti braccia, gambe e colli;
A tal ch'ai paesani sbigottitiE dal disagio sconquassati e frolli,
Oltre che a pochi il numero è ridotto,
Cominciaron le gambe a tremar sotto.
DUODECIMO CANTARE
Argomento.
| |
Santella Eravano Gaban Berzighella Ortolano Rosaccio Venere Sardonello Melicche Meino Vespi Masselli Pedrolin Cloto Gatti Paol Corbi Marzo
|