Nel fare in piazza giocolare i cani,
E vende l'operette ed i lunari,
E proprio ha genio a star co' ciarlatani,
Pensato ch'ei farebbe gran denariSe quel bestion venisse alle sue mani,
Perch'avrebbe a mostrarsi quel gigantePiù calca che non ebbe l'elefante(1240);
21.
Così presa fra sè risoluzione,
Va in corte a Bieco e lo conduce fuora:
Gli dice il suo pensiero e lo disponeA chieder il gigante a Celidora;
E Bieco andato a ritrovar Baldone
Tanto l'insipíllò(1241), ch'allora alloraEi corre alla cugina e gliene chiede,
Ed ella volentier glielo concede.
22.
Ed ei lo dona a Bieco e a Paolino
Col carro e tutte l'altre appartenenze;
Ed eglino con tutto quel traíno(1242),
Fatte col duca già le dipartenze,
Si messero di subito in camminoIndrizzati alla volta di Firenze;
Poi giuntì là di buona compagniaFermansi in piazza della Signoria.
23.
Subito quiví Paolino scendePer trovar qualche stanza che sia buona,
Avendolo serrato fra due tende,
Acciò non sia veduto da persona.
Bieco a tenerlo con due altri attende,
E, se lo vede muover, lo bastona;
Ma egli ha fortuna, perch'è così grandeCh'e' non gli arriva manco alle mutande.
24.
Piange Bíancone e chiede altrui mercedeE mentre il fato e la fortuna accusa
Fuor delle tende il guardo gira, e vedePerseo(1243) c'ha in man la testa di Medusa
E immoto(1244) resta lì da capo a piede;
Né più sì duol, ma tien la bocca chiusaPerchè col carro e tutta la sua muta
De' cavallacci, in marmo si tramuta.
25.
Quei tre, ch'ognor come cuciti a' fianchiGli stavan quivi acciocch'ei non scappassi,
Privi di senso allora, e freddi, e bianchi
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