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      (19) MARZOLINO è un cacio che s'incomincia a lavorare di marzo nella Valdelsa in Toscana: e il migliore è quello di Lucardo.
      (20) UN MAR D'OLIO. L'olio in cui si tiene immerso il marzolino, per conservarlo.
      (21) NODO, laccio, forca
      (22) STOMACO D'ORLANDO vale, Uomo di gran coraggio; ma qui l'aggiunta alle taverne, dà alla frase il senso proprio, che torna tanto più ridicolo.
      (23) CROCCHIARE, è il cantare della chioccia; esprime pure il suono di un vaso di terra cotta gesso; vale anche cicalare, e qui percuotere, dar busse.
      (24) PIGLIAR LA NONNA. Il Minucci dice che questo modo è lo stesso che pigliar la mónna, imbriacarsi: ma il Biscioni afferma che il secondo modo soltanto è in uso, e così legge l'edizione di Finaro.
      (25) MANESCHE. Qui, pronte e comode a valersene.
      (26) FECE VENTO. Fece quel che il vento fa alle cose leggieri, che le porta via.
      (27) FUOR BRUCHI. Via di qua, esci dal letto.
      (28) LO SPEDALINGO. Il guardiano degli spedali ove si ricettano i pellegrini, per destarli e avvisarli che è tardi, suol gridare: S'hanno a rifar le letta.
      (29) LA SPRANGHETTA o stanghetta è un particolare dolor di capo o stordimento che prova al destarsi chi ha bevuto troppo vino.
      (30) FARE UN CHIOCCIOLINO. Raggrupparsi come la chiocchiola.
      (31) LEGAR L'ASINO. Il villano preso per via dal sonno, lega l'asino a un ramo, e si mette a dormire.
      (32) GLI TORNA IN TESTA ecc. Si fa in fronte un corno, un bernoccolo, un biccio, come dicono a Siena.
      (33) MITIDIO. Giudizio, ordine. È parola corrotta da metodo.
      (34) FRODA. Nasconde, dissimula


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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