(67) QUASI FRANCHI L'OPRA. Quasi possa liberar dalle spese del litigare sè stessa e la parte avversa.
(68) SCIOPRA quasi da exoperare. Chi mi dà una bega, una quistione, mi leva da, un'altra, tante io ne ho.
(69) TANTI CHE ecc.. Un grandissimo numero. Un montambanco a chi comperava un suo contravveleno regalava la pietra di Sali Paolo, purch'e' si fosse chiamato Paolo. Moltissimi affermarono d'aver questo nome; onde il cerretano: Oh quanti Paoli! e i rimasti senza la pietra: Oh beati Pavoli.
(70) CAVATA DI CALENDE. Impazzata, fatta cadere in estrema confusione, come avverrebbe a chi perdesse o dimenticasse affatto l'ordine dei giorni e dei mesi che è descritto dal lunario o calendario
(71) BRESCIA ROMOREGGIA, ecc. Ove sono tanto armi. Di uomo tutto armato si dice: Ha tutta Brescia addosso
(72) È PER LE FRATTE. È fra rovi e pruni, è condotta a mal termine, è rovinata.
(73) DI LUNGA MANO. Da gran tempo.
(74) ANNI DOMINI. Anni moltissimi.
(75) SCUFFIA Mangia ingordamente masticando con suono delle due ganasce, dette qui palmenti, cioè macine o ruote da molino. Modo basso.
(76) UN PAN DI SEDICI quattrini toscani. Un grosso pane.
(77) PAPPOLONE. Gran mangiatore: anagramma proprio [L'anagramma è proprio, quando esprime le qualità della persona. È puro, quando non vi son lettere variate o aggíunte. - In fondo al volume si trova la spiegazione di tutti gli anagrammi.] di Paolo Pepi
(78) GUBBIANO è un castello, ma qui sta per ricordare la voce plebea ìngubbiare, che vale empire il ventre.
(79) MAGNA, GALLO, GERMANO hanno un doppio senso patente.
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