(80) MEZZASTRADA è un'osteria così chiamata, perchè quasi a metà della via, tra Porta alla Croce di Firenze e Rovezzano.
(81) BIECO DE' CREPI. Anagr. pr. di Pietro de' Becci uomo mezzo cieco, e perciò duca di Orbatello.
(82) TERZO. Un dato numero di soldati, una tribù.
(83) STARE A SPORTELLO si dice del bottegaio che in giorno di festa o mezza festa tiene aperto il solo sportello dell'uscio. Osserva come poi è ben continuata la metafora.
(84) BOSSOLO qui è quel vaso che tengono in mano i ciechi per riceverci l'elemosine.
(85) SOFFIANO, SON DI CALCA. Fanno la spia e amano di frequentare lo calche.
(86) NIMICI, DE' MURICCIUOLI, perchè spesso vi danno dentro con le gambe e co' piedi.
(87) TAROCCHI. Certe carte da giuoco, in una delle quali è effigiato il diavolo. Vedi c. VIII, 61 [Quando si cita il canto e la stanza, s'intende anche citare le note della medesima]
(88) L'ARIA DI SCAPPINO era una canzonetta che cantavano i ciechi in Piazza della Signoria a' tempi dell'autore.
(89) DIMMI NINO. Dimmi pazzo, come fu Nino che, ceduto il regno per un giorno a Semiramide, fu da lei fatto uccidere.
(90) PIGLIARE I CIECHI per farli cantare.
(91) DARE. Percuotere.
(92) IL PAN PEPATO si fa con molti aromati e canditi che, nel taglìarlo, restano come occhi in quella pasta scura. Cavati questi occhi che son dolci, il resto è più frizzante e acre, forte.
(93) CON LE PILLOLE ecc. Questa arpia d'amante, che avea posto tutto il suo amore negli erari del suo Romolo, col purgar questi di danaro, purgò sè della bile amorosa.
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