(248) LE MERENDUCCE. Bambini e bambine imbandiscono la merenda alle loro bambole o pope stendendo il loro tovagliolino o bavaglio su certe piccole mense di legno, e mettendovi su altre loro piccole stoviglie. - Gli altri giuochi o trastulli qui nominati sono assai noti. Il Beccalaglio più comunemente è chiamato Mosca cieca. L'andare a Predellucce o predelline, cioè l'esser portato da due che di lor mani intrecciate gli fan seggiola, in qualche dialetto dicesi andare a Sedia di Papa. L'acculattare, cioè il fare altrui battere il sedere in terra, più che un giuoco, è una delle penitenze
(249) TAGLIO. Agio, mezzo; dal mestiere del sarto, che dice esservi taglio per roba da tagliare.
(250) IN BARBA DI GATTA. Cioè colla barba unta dal gozzovigliare.
(251) TOCCO UN TASTO. Tastato, domandato così alla sfuggita.
(252) DAR CARTACCE. Non rispondere secondo che si desidera; da un giuoco di carte.
(253) NON VOLER PIÙ PASTO. Non voler esser menato per le lunghe con chiacchiere, promesse o altre finte.
(254) I PIACEVOLI ecc. Due allegre compagnie di cacciatori fiorentini, di cui fu perfino scritta una Storia da Giulio Dati.
(255) MOTIVO. Qui sta per voglia, ed e assai proprio, chè la volontà e quella che muove ad ogni azione.
(256) IL DÌ Illo die, quel dì.
(257) MENTRE. Se.
(258) Chiappasse. Sopraggiungesse.
(259) BRUCIOLI. Trucioli, sottilissimo strisce di legno: e se ne vedono anche oggi di questi cappelli.
(260) QUARTIERI. Contorni.
(261) FACEA LA FURFANTINA. Tremare. Il modo è dalla pratica di certi furfanti vagabondi, che per destare l'altrui commiserazìone si gettano per le vie fingendo di esser per basire dalla fame e dal freddo.
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