(308) A PETRONCIANO. Grosso e paonazzo, come un petronciano o petonciano, che dicesi anche marignano e melanzano: è un frutto di forma ovale; la pianta è del genere dei solani.
(309) SONARE. Opposto a ballare qui sta per bastonare, percuotere.
(310) STAMPITA. Romore, chíasso, bordello, quasi stimpanata.
(311) SANTE NOCCA. Solenni pugni.
(312) COL BATTI ecc. La plebe fiorentína dividevasi già in tante compagnie che chiamavano Potenze; e ciascuna aveva un capo e un' insegna. Quella del Batti era dei battilani, quella del Tessi e Biliemme era dei tessitori di lana.
(313) UOMIN DI CONTO. Più che persone ragguardevoli, qui si è voluto dire computisti
(314) In tutta questa stanza si descrive assai piacevolmente un malato di sifilide. Il legno è il decotto di Legno Santo; il nemico francese a cui si vuol dare una buona quantità (rivellino) di busse con quel legno, s'intende bene chi è, e come faccia calvinisti i suoi prigionieri.
(315) A OCCHIO E CROCE. Termine meccanico, e vale senza le dovute regole d'arte.
(316) FARE UNA BOTTEGA. Allungare, qui, il male.
(317) RIPIEGARE. Far morire, quasi assettargli i panni addosso per soppellirlo.
(318) AL GIUOCO. Alla professione.
(319) L'INTERESSO L' usura mangia, consuma i capitali dì e notte.
(320) FATTOIO. Frantoio, mulino da olio.
(321) SCHIZZATOIO, Canna da clisteri.
(322) Il Console ecc. Il vero titolo di questa commedia del Maniglia (Lion Magin) è La Serva nobile.
(323) AL DOTTORATO. Nell'addottorarsi.
(324) ZAFFATA. Liquore ovvero odore in quantità, che improvvisamente ci percuote il senso.
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