(417) LO STACCIO ecc. Certi incantesimi.
(418) S'INZAVARDA, S'impiastra tutta.
(419) IL BARBUTO. Il diavolo in forma di caprone.
(420) BAU, BILIORSE. Essere della famiglia degli Orchi, Befane, Versiere e simile genía.
(421) DI PUNTA. Dritto difilato.
(422) GUASTADA ecc. Vaso di vetro pieno d'acque incantate, entro cui le streghe pretendono vedere e far vedere diavoli e mille altre cose belle.
(423) CATTIV' URIA. Cattivo augurio.
(424) SE NULLA ecc. Per tutto quel che potesse accadere.
(425) DISEGNO. Divisamento, consiglio.
(426) SCROCCHIO. Errore. Mi sono ingannata a partito.
(427) FOLA. Folata, moltitudine in movimento.
(428) TORDO A RIMANERE chiamasi nel giuoco de' tordi quella palla che, dovendo passare di là da un certo punto, resta invece di qua, Vale qui dunque: non li raggiungerà.
(429) MARTORELLO. Dimin. di martire.
(430) ANZI ecc. Anzi come bestia ch'egIi è, la scaccia.
(431) PERLONE è l'autore.
(432) A QUESTO CONTO. Per questa cagione.
(433) A NOLO, perchè la sera Febo se ne spoglia ed è costretto di renderlo.
(434) PORTANTE è un certo andare dei cavalli. Qui, moto.
(435) GIRELLAIO. Stravagante, a cui gira molto il cervello.
(436) ASCIUTTO. Magrezza.
(437) FUSCELLINI. Sottilissime gambe.
(438) ROMITO DE' PULCINI. Un romito così detto dai molti pulcini che allevava. Essendo egli morto da un pezzo, quel saio che gli era appartenuto, doveva essere assai logoro.
(439) MAZZOCCHIO. Parte del cappuccio; qui, capo. Il senso ascoso di questi due versi è spiegato dal seguente emistichio.
(440) DÀ 'N FUORA Viene alla cute; si fa
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Orchi Befane Versiere Febo N FUORA Viene
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