(583) SONAGLI che si appiccavano a' piedi degli sparvieri allevati per la caccia.
(584) POZZI NERI o bottini chiamansi in Firenze i ricettacoli di tutte le schiferie.
(585) LANDRA. Sgualdrina.
(586) SCOTTO. Qui, pena.
(587) SEGNATO ecc. Liberamente e senza alcuna eccezione.
(588) D'UN, BUON LESSO. D'una buona lessatura, di bollir molto. È quel che dicesi, un osso duro.
(589) NON È PUPILLO. Non ha bisogno di tutori, chè sa far bene i fatti suoi da sè.
(590) GIÒ GIÒ. Adagio adagio.
(591) TRAR MINZE. Stentare, morire.
(592) FAR FILLIDE. Finire la vita o la roba.
(593) FANCIULLA. Vergine, non mai adoperata.
(594) TRENTACANNA. Animale favoloso che ingoia e tracanna.
(595) ASCIOLVERE. Colazione.
(596) STREGA. Dicono che le streghe succiano il sangue a' bambini.
(597) SUSTANZE delle pappe son la carne.
(598) LE CAPPE. Per molti la pelle del cappone è un boccon ghiotto.
(599) LA VITA. Il vitto, il cibo.
(600) DELLA ROVELLA. Un canchero,nulla.
(601) MONDANI. Peccatori.
(602) LA TERRA cotta del boccale.
(603) LAZZO ecc. Astuzia, arte del furbo pitocco, zingano spagnuolo.
(604) FAR CARITÀ, nel linguaggio di persone pio, vale Mangiare insieme. E dal cibo che davasi per elemosina, per pietà, è venuto il nome pietanza.
(605) ARCIRAGGIUNTA. Grassissima.
(606) E FAR DEL TUTTO ecc. E scontarla. Dondola, ch' io sconto, disse un derubato vedendo penzolare il ladro dalla forca; cioè, sconto il debito che meco tu hai, col piacere di vederti costì dondolare.
(607) CHE NON È DE' FATTI. Più di quanti ne siano mai stati commessi.
| |
Firenze Mangiare
|