(608) DA ULTIMO BUON TEMPO. Non sempre anderà a un modo. Post nubila Phœbus.
(609) LA DIGRUMA. Va fra sè ruminando, pensando.
(610) PANZANE. Bubbole, chiacchiere.
(611) EBBE IL SUO RESTO. Fu servita proprio a dovere e come meritava.
(612) DI FIGURA. Glien'hanno fatta una solenne; dal giuoco di primiera.
(613) QUANTO LA CANNA. Per quanto le duri fiato nella canna della gola
(614) CHIARITO. Vedi C. I, 1
(615) GIULIO PADOVANO compose quattro Capitoli in terza rima, nei quali narra un suo viaggio all'inferno.
(616) MANTOVANO. Virgilio.
(617) A MARTELLO ecc. Non regge alla prova. Non si mantiene poi sempre allegra.
(618) ELLA. La gente. Costruisci quel che segue così: Qualche rimorso di quel che la gente ha fatto ecc. ci fa sentire le quali serpi.
(619) RAVVISTA qui vale semplicemente: Avendo conosciuto.
(620) AGGRAVARSI ecc. Si fa maggior male, fisicamente, se mentre gli è dato il tratto, si lascia andare; moralmente, se dice cose che accrescano gl'indizi della imputazione.
(621) LE DÀ PEL MEZZO. Ci dà dentro a occhi chiusi e capo chino; tira innanzi senza riguardo alcuno.
(622) TIRANDO INNANZI ecc. Vedi c. IV, 60.
(623) POR PORRI. Quando si pongono i porri, sono così sottili, che richiedono molto tempo a porgli. (Minucci.)
(624) IL COLONNINO. Un termine supposto.
(625) TOCCA. Va; dal toccare i cavalli colla sferza per muoverli.
(626) QUAI CON LE BRACHE ecc. Alle quali anime, per la paura, eran cascate le brache fino al ginocchio.
(627) GENTI BIGE. Scellerate e da non se ne fidare. Chiamavansi bigi cioè di colore incerto, quelli che dalla fazione dei Palleschi (fautori dei Medici) passavano a quella dei Piagnoni (fautori di fra Girolamo Savonarola), o a quella degli Arrabbiati o Compagnacci (nernici del Savonarola).
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