(749) GRATTATICCIO. Grattatura, lieve gastigo.
(750) BRAVATE. Riprensioni.
(751) PECCIATE. Percosse nella peccia o pancia
(752) GIORNEA. Era sopravveste de' soldati. Ma si prende ora per Toga, veste curiale, Lucco.
(753) FATTO ALLA MACCHIA. Mal fatto.
(754) BACCHIO. Bastone.
(755) NON SARÀ IN GRAMATICA. Non sarà difficile, non sarà cosa che richieda studio, come la grammatica latina.
(756) LESTO. Avvertito.
(757) COL CALZAR DEL PIOMBO. Con tutta circospezione.
(758) LE FAVE ecc. servivano per rendere il voto.
(759) TAVOLACCINI. Donzelli del magistrato; da Tavolaccio, sorta di targa di legno che portavano per difesa.
(760) PEL NUMERO. Prendete le fave in mano e non nel bossolo, affinchè alcuno non ne metta più d'una, e così alteri il numero dei votanti.
(761) RENDERE I PARTITI. Dare i voti.
(762) DA VINCERSI ecc. Affinchè la proposta sia approvata, dice esser necessario che i due terzi dei voti raccolti sian neri.
(763) GIRONE (giro). Villaggio a tre miglia da Firenze.
(764) ANZICHÈ NO. Pare che sia usato in senso di Ma, anzi no.
(765) QUESTI. L' astemio ha l'utilità dello star sempre in cervello, ma non altro; ma non sente nessun piacere.
(766) PECCHIA. Succia, come pecchia.
(767) BARBAGLIO. Ciò che abbarbaglia; una meraviglia.
(768) PARIDE ecc. Vedi c. III, 11.
(769) LOVA. Lupa, meretrice.
(770) BUSECCHIE. Tasche.
(771) CERBONECA. Vino fradicio.
(772) SPERANDO d'appropriarsi l'avanzo del danaro.
(773) CALÌA, Rimasugli dell' oro o argento che si lavora. Qui, avanzo.
(774) SLAZZERA. Cava fuori e paga; dal Lazzare, veni foras.
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