(775) GATTO FRUGATO. Uomo accorto.
(776) LE FURON BUONE MOSSE dicesi quando i barberi del palio vengono davvero, dopo che molte volte si è sentito invano gridar dalla gente: Eccoli! Eccoli!
(777) BRICCONE. Brindisi.
(778) DAL VEDERE ecc. In un batter d' occhio.
(779) SERQUA. Dozzina, 12 uova.
(780) LOTTE. Forze.
(781) SVENTRI. Scoppi.
(782) LATTATA, proprio è Orzata; ma vale anche portata di nuovo vino dopo molto mangiare e bere.
(783) IN SU LA SCHIENA ecc. in pantani o stagni, che non è buono.
(784) MINCHIONI LA MATTEA. Burli. Vedi c. IV, 15.
(785) SPULEZZA. Va via in furia.
(786) SCIAGUATTARE. Frequentat. di sciacquare.
(787) IL ROMANO fu uno stufaiuolo, che insegnava nuotare alla gioventù fiorentina.
(788) METTE A ENTRATA. Tien per certo; dall'allibrare a entrata che fanno i computisti il danaro ricevuto.
(789) PANNOCCHIE. Spighe della saggina, panico e simili.
(790) MUSICHE ACQUAIUOLE. Ranocchie.
(791) BERGAMASCA. Un certo ballo.
(792) CAZZUOLE. Animaletti neri del genere de' batraciani.
(793) NON FA FARINA. Non m'importa e non mi frutta nulla.
(794) SBRACULATO. Senza brache o calzoni.
(795) MONA CHECCA chiamavano i fanciulli fiorentini uno scheletro rivestito, che solevasi esporre nei sotterranei della Basilica di San Lorenzo, il 2 novembre.
(796) CILECCA, Celia, burla.
(797) HO STOPPATO. Vedi c. III, 34.
(798) PER SAN GIOVANNI. Il giorno di San Giovanni, patrono di Firenze, soleva il magistrato della zecca mandare in offerta un gran carro in forma piramidale, assai alto (e però facile a scuotersi e tremare), con in cima un uomo legato a un palo, che rappresentava il Santo.
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