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      (941) St. 65. NON MI TOCCA. Non ho punto il conto mio; non posso fiatare. È ignota l'origine di questo proverbio.
      (942) PORRE A CAVALIERE. Restar superiore.
      (943) L'ORSO ecc. Ognun sogna di quel che brama.
      (944) CAPITALE! Modo correttivo, che vale: Piaccia a Dio che non segua in contrario!
      (945) IL PAONAZZI fabbricava carte da giuoco.
      (946) ALIOSSO. È un giuoco di sorte che si fa gettando sopra una tavola o in terra quell'osso che hanno nelle gambe di dietro gli animali d'ugna fessa. Quest' osso ha naturalmente certi buchi e segni a cui si dà un valore convenzionale; e secondochè, nel gettarlo, resta di sopra l'uno o l'altro segno si vince o si perde.
      (947) I MATTONI sono i Quadri.
      (948) GERMINI Vedi st. 61.
      (949) STAR USANZA. È detto alla maniera dei Tedeschi che, incominciano a ciangottare la nostra lingua.
      (950) SCULTORE, Ascoltatore.
      (951) PRETERITO IMPERFETTO. Vuol dipingere la goffaggine di Piaccianteo e il suo viso grasso, grosso e tondo.
      (952) BUFFETTO. Tavolino.
      (953) TESTONCINO. Moneta che valeva lire italiane 1, 68.
      (954) E SIA ecc. E sin finito il giuoco.
      (955) REGGE ecc. Tiene ogni posta.
      (956) BAGATTINO. La quarta parte d'un quattrino.
      (957) UNA BATOSTA. Una questione a parole.
      (958) ASSEGNAMENTO. Nè danari nè modo di trovarne.
      (959) BORDELLO. Strepito.
      (960) METTERE IN CASTELLO. Mettere, in fortezza i viveri.
      (961) STENTI. Tu stenti.
      (962) VITUPERO. Qui, ogni sorta di malanni e sudicerie.
      (963) DICIOTTO ecc. È stato fortunatissimo. Con tre dadi il massimo dei punti è 18.
      (964) CORRIVO. Semplice, credulo.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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