(1221) AVANZI ecc. I vantaggi dell' ostinato.
(1222) Lasciando il corno Astolfo. Vedi c. VI, 105.
(1223) PESCAR PEL PROCONSOLO. Durar fatica inutilmente, anzi per impoverire: detto perchè in Firenze, un giorno dell'anno, eran tenuti i pescatori a pescare in un certo luogo dell' Arno, per colui che teneva questo magistrato, senza esser pagati.
(1224) OSTE. Osteria.
(1225) SBOCCARE. Manomettere il fiasco gettando via l'olio e il primo vino di esso
(1226) AVVENTA. Sott. sassate, o regali. È uno dei soliti equivoci a cui dà luogo il verbo Dare (percuotere)
(1227) SFUCINATA. Gran quantità.
(1228) TRESCHE. Arnesi di poco prezzo.
(1229) MERCANZIA. Corrisponde ai nostri tribunali di commercio.
(1230) GERLA. È come un gran paniere a gabbia. Quantità, moltitudine.
(1231) SGOMBRARE. Portar masserizie da una in altra casa.
(1232) PERGAMENA. Qui, Il coperchio del pennecchio nella rócca.
(1233) LATO PRESO. Queste parole solevansi scrivere sopra uno spazio di terreno in Firenze da quelli che in quel posto volevano esporre le loro mercanzie il giorno della fiera.
(1234) D'OGNI LANA PESO. Ora è più comune D'ogni erba fascio.
(1235) BIRRENO. (birro). Vedi Ariosto C. IX, X, e XI.
(1236) UN CARTON. La mitera.
(1237) A BANDIERA. Inconsiderato e volubile.
(1238) MERLI. Nella parte superiore della mitera molte volto s'intagliavano dei merli, quasi a rappresentare una corona murale. Qui poi giuoca il poeta sul doppio signiticato della voce merli.
(1239) PAOLIN, CIECO ecc. Vedi c. XI, 22.
(1240) L'ELEFANTE. Parla di un elefante che fu condotto in Firenze ai tempi dell'autore.
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